«Aspetti, che le stampo il rene in 3D». Ok, a questo non siamo ancora arrivati, ma ci siamo vicini. E, ancora una volta, tutto ruota attorno alle staminali e alla cosiddetta “bioingegneria”. Sembra fantascienza, ma un team della Newcastle University ha realizzato la prima cornea umana “stampata in 3D”, a partire da cellule staminali di un donatore sano. Si tratta, per ora, solo di una ricerca; l’obiettivo è quello di fornire una risposta alla carenza di cornee da usare per il trapianto.
Il team di Steve Swioklo e Che Connon raccontano sulla rivista Experimental Eye Research i risultati ottenuti con una “semplice” bio-stampante 3D low cost. È con questo macchinario che i ricercatori sono riusciti a creare una copia di una cornea umana, mixando le cellule staminali del donatore con collagene e alginato, in modo da realizzare una sorta di “bio-inchiostro” per la stampante.
Avviato il programma, la macchina ci ha messo circa 10 minuti per stampare la cornea umana. Le staminali sono state poi poste in coltura. Connon, che insegna ingegneria tissutale, non ha nascosto la soddisfazione: «Molti gruppi nel mondo hanno cercato di realizzare il bio-inchiostro ideale per rendere questo processo fattibile. Il nostro gel unico – ha detto – una combinazione di alginato e collagene, mantiene le cellule staminali in vita mentre si produce un materiale abbastanza solido da mantenere la sua forma, ma anche sufficientemente soft per essere inserito in una stampante in 3D».
Voi che ne pensate, favorevoli o contrari alla stampa 3D di “componenti di ricambio”?