Capillari
La telangectasie, questo il termine scientifico che identifica i capillari malati, sono venule sottili rosse o bluastre situate nello spessore della pelle. Si parla spesso di capillari rotti. In realtà si tratta di capillari dilatati e quindi molto più visibili ed inestetici. La rottura dei piccoli vasi si manifesta invece con la comparsa di lividi (ecchimosi) ed è causata da una accentuata fragilità vasale che rappresenta una malattia diversa che spesso si associa ad altre malattie generali.
Questo problema riguarda quasi esclusivamente il sesso femminile; in circa il 40% dei casi sono localizzati alle cosce; solo in pochi casi possono dare bruciore e prurito, soprattutto nel periodo premestruale.
Qual è la causa dei capillari?
Nella maggior parte dei casi essi compaiono senza una causa ben precisa, ossia in assenza di problemi circolatori e spesso in assenza di vene varicose. Si è osservato, però, che esiste una certa predisposizione famigliare al problema, che la gravidanza e la “pillola” ne favoriscono la comparsa e che possono comparire in seguito ad un trauma contusivo, anche lieve, che ha coinvolto gli arti inferiori (per esempio massaggi troppo violenti).
Solo in una piccola percentuale di persone (15%) le telangectasie sono associate alle vene varicose tronculari, ma almeno in un terzo dei casi è possibile individuare, attraverso esami strumentali, un’insufficienza delle vene superficiali o interne non ancora clinicamente evidente. Più spesso, quasi in due terzi dei casi, sono invece associate a varici reticolari delle quali la paziente raramente si accorge perché attribuisce la massima importanza ai capillari più vistosi. In realtà molti di essi dipendono dalla alterazione circolatoria delle varici reticolari che li riforniscono (vene nutrici) e che, in queste situazioni, devono essere eliminate per prime. Il loro trattamento permette di ridurre considerevolmente gli stessi capillari, come vedremo in seguito.
Le forme più gravi ed estese di varici reticolari e di telangectasie possono non solo, come è stato detto, provocare disturbi, ma possono causare anche complicazioni come eczemi venosi e piccole emorragie da rottura, generalmente dopo un piccolo trauma come un graffio o un colpo diretto.
Come si curano?
Prima di tutto eliminando un’eventuale insufficienza venosa associata e le vene nutrici (varici reticolari) che le riforniscono.
La scleroterapia o terapia sclerosante (iniezioni nella vena di farmaci ad azione cicatrizzante eseguite con micro-aghi) e la laser-terapia.
Le telangectasie rosse, che sono le più sottili e resistenti, sono le più difficili da trattare ed è possibile ottimizzare i risultati con terapie complementari e la laser terapia.
In molti casi gli effetti di una scleroterapia possono essere duraturi negli anni; a volte possono invece essere necessari nuovi interventi perché anche le telangectasie sono una malattia evolutiva come tutte le altre che colpiscono le vene.
Terapie integrate
La scleroterapia, come complemento della chirurgia per la eliminazione delle varici periferiche più piccole e fragili, ne è l’esempio più brillante e soddisfacente. Questa combinazione riduce il peso dell’intervento chirurgico ed il numero di micro-incisioni e porta la scleroterapia ad una delle sue massime espressioni terapeutiche: una delle più efficaci e meno pericolose.
Altri esempi di terapie integrate sono rappresentati dai farmaci, dall’elastocompressione con bendaggi e calze, dalla terapia fisica, dalla ossigeno-terapia iperbarica, dalla ossigeno-ozono terapia e dalla luce polarizzata.
E’ oggi opinione comune nel mondo scientifico che i migliori risultati in Flebologia sono ottenuti proprio grazie a queste combinazioni e che quelli conseguiti con una sola tecnica sono evidentemente inferiori.
Terapia laser
E’ questo uno degli argomenti della Flebologia, e non solo di essa, che più incuriosisce per la enorme quantità di notizie che sono circolate in proposito.
“Non esiste ‘il’ LASER. Non esiste cioè un solo strumento capace di curare tutto!”
Esistono invece numerose apparecchiature capaci di emettere una radiazione luminosa, visibile o invisibile, di diverse lunghezze d’onda e con diverse energie di emissione. Ognuna di esse può essere usata in diversi campi di applicazione e per la cura di malattie diverse.
In Flebologia molti anni di lunghe sperimentazioni, talvolta coronate da successo, ma spesso da delusioni, hanno dimostrato che alcuni LASER di ultima generazione possono essere impiegati per la foto-coagulazione intravascolare di qualche piccola varice isolata, ma soprattutto come complemento alla scleroterapia delle telangectasie (capillari).
I LASER, come è già stato accennato, sono utili come trattamento di scelta per la eliminazione dei capillari rossi più sottili e per quelli del volto, naturalmente con bassi dosaggi di energia e molta prudenza. Se poi la sperimentazione in atto con nuovi metodi e strumenti potrà fornire migliori risultati a breve e lungo termine, una adeguata informazione in proposito dovrà essere fornita solo dopo le opportune verifiche scientifiche.