Scaramuzzino: «Fondamentale un approccio multidisciplinare»
Un ingranaggio perfetto composto da ventisei ossa, muscoli e complesse articolazioni: il piede è il motore che genera la spinta e assieme alle “pompe veno muscolari” della gamba favorisce il ritorno del sangue al cuore. Una funzione che non tutti conoscono, e quindi sono in molti a ignorare che i nostri piedi, non solo ci permettono di avanzare, ma determinano anche il benessere di vene e arterie. Ecco perché, alterazioni dell’appoggio plantare come il piattismo o l’equinismo, determinano spesso condizioni che non favoriscono il ritorno veno-linfatico, causando un’insufficienza venosa e allo stesso tempo una situazione di stasi che contribuisce a peggiorare il quadro complessivo.
Nasce di qui l’importanza di un approccio multidisciplinare, e quindi di una sinergia tra flebologo, posturologo e ortopedico. Un lavoro di squadra che si rivela essenziale sia per prevenire che per trattare condizioni miste di insufficienza venosa e di alterazioni posturali che possono accentuare problemi di vene varicose o di ulcere. Vale però la pena spiegare, almeno in linea di massima, cosa sono le vene varicose. Da manuale, per “varicosi” o “malattia varicosa” si intende una dilatazione patologica permanente di una vena associata ad una modificazione di tipo regressivo delle pareti venose. In parole semplici si ha una dilatazione che può essere localizzata, con almeno una zona di nodosità, o diffusa.
Quali sono i fattori di rischio delle vene varicose?
Anche se esiste una predisposizione genetica alla costituzione della debolezza delle pareti venose, sono molti i fattori di rischio che possono portare a questa patologia. Le più colpite sono le donne, ma anche gli uomini posso soffrirne, soprattutto se trascorrono ore seduti alla scrivania. Le vene, diversamente dalle arterie, non posseggono uno strato muscolare molto sviluppato, quindi la vena si dilata quando la parete tende a rilasciarsi, a causa di una quantità di sangue superiore alla norma, oppure per un suo rallentamento. Questo processo può essere contrastato dai muscoli che circondano la vena, ma se la loro spinta è insufficiente allora la dilatazione può divenire costante.
“Operare in sinergia è essenziale per prevenire e per trattare condizioni miste di insufficienza venosa e alterazioni posturali che possono accentuare problemi alle gambe”
Come prevenire l’insufficienza venosa:
Con un lavoro efficace si riesce anche a ridurre le recidive dell’insufficienza venosa e delle sue complicazioni. Anche se intervenire in maniera precoce aiuta ad ottenere il massimo del risultato, le tecniche moderne consentono di procedere senza troppi fastidi anche nei casi più gravi. Interventi di chirurgia mininvasiva in anestesia locale, conservativi (quindi senza asportare le safene dilatate e insufficienti), ecoguidati, ma anche laser, radiofrequenza, scleroterapia, permettono di intervenire sia nelle fasi precoci che nelle condizioni più avanzate, con risultati funzionali ed estetici eccellenti e senza dover ricorrere a lunghi periodi di convalescenza.
In altre parole, con una ripresa praticamente immediata. Un accurato studio ecocolordoppler è il metodo principale per dare inizio ad un programma di “remise en forme” delle proprie gambe senza trascurare, quindi, una valutazione posturale e baropodometrica. In questo contesto, un’attenzione particolare è rivolta oggi verso la terapia rigenerativa cellulare: piastrine (fattori di crescita) e lipofilling, anche in campo flebologico, aprono scenari molto promettenti sia per le ulcere che per gli inestetismi cutanei.
Infine, da non trascurare assolutamente il fattore peso, che agisce sia sul fronte della stasi veno-linfatica sia a livello delle articolazioni, contribuendo a ridurne la funzionalità delle vene danneggiandole precocemente. E visto che siamo vicini all’estate dedichiamo un po’ di attenzione alle nostre gambe con un programma di controllo alimentare, attività fisica e magari con l’assunzione di flavonoidi che possono contribuire a migliorare il tono veno-linfatico, favorendo anche il ritorno venoso, riducendo quei fastidi tipici del periodo primavera-estate come senso di peso, stanchezza delle gambe, prurito e gonfiore.
Pubblicato dal Corriere del Mezzogiorno