Gambe in gamba? Attenzioni e cure per delle gambe da urlo!
Citate nella Bibbia e descritte dai medici dell’antica Roma, le vene varicose e i capillari degli arti inferiori sono un disturbo comunissimo anche ai nostri giorni.
Le vene varicose: non sono solo un inestetismo delle gambe
Intorno ai cinquant’anni di età, una persona su due patisce di vene varicose e nelle donne la comparsa di varici e capillari è spesso più precoce che negli uomini. Le vene varicose purtroppo, oltre a compromettere la bellezza delle gambe, rappresentano anche un pericolo da non trascurare, a causa delle possibili complicanze, che vanno dalla flebite alla trombosi o, addirittura, all’embolia polmonare.
La minigonna: una liberazione per le gambe, o forse no!
Quando nel lontano 1964, la stilista Mary Quant lanciò la moda della minigonna, furono tante le giovani donne dai polpacci affusolati e dalle cosce snelle che esultarono alla novità, ma probabilmente furono ancora di più le donne costrette a rimpiangere gli orli delle gonne a filo caviglia: alcune perché poco favorite dalla natura, altre perché afflitte da quegli antiestetici ghirigori tortuosi e bluastri sulle gambe causati proprio dalle vene varicose e dai capillari.
Vene varicose: un problema “idraulico”
Un problema, come dicevo, a prevalenza femminile che purtroppo non si limita a compromettere l’aspetto estetico delle gambe, ma può provocare anche serie complicanze. Il disturbo deriva da una difficoltà per così dire “idraulica”: il sangue contenuto nelle vene profonde delle gambe deve ritornare al cuore salendo verso l’alto, in contrasto con la forza di gravità.
Normalmente questo avviene grazie a due accorgimenti predisposti dalla natura stessa. Il primo accorgimento consiste nell’azione di pompaggio attuata dalla contrazione dei muscoli delle gambe e in particolare da quelli del polpaccio; mentre il secondo accorgimento è rappresentato da una serie di valvole, poste all’interno delle vene, che si richiudono man mano che il sangue risale, impedendone il reflusso verso il basso.
Se queste valvole si indeboliscono, il sangue tende a ristagnare nella parte inferiore del corpo e le vene si dilatano. Le vene superficiali proprio a causa della dilatazione, diventano visibili sotto pelle assumendo la forma di cordoni bluastri con un andamento tortuoso, mentre la parte liquida del sangue trasuda nei tessuti provocando un edema, causando uno spiacevole gonfiore delle gambe e dei piedi. La continua pressione esercitata dal sangue, sfianca le pareti stesse delle vene, determinando una condizione d’Insufficienza Venosa Cronica.
Un disturbo circolatorio: Insufficienza Venosa Cronica
Nelle fasi iniziali del processo IVC (Insufficienza Venosa Cronica) si avvertono sintomi fastidiosi come un senso di pesantezza alle gambe (soprattutto se si sta molto in piedi), uno sgradevole gonfiore alle caviglie, prurito, crampi e formicolii e ancora, rilassamento dei muscoli, pelle secca e lucida.
Se non si interviene subito, cercando l’aiuto di uno specialista in flebologia, la situazione si può aggravare e i tessuti possono essere seriamente danneggiati dal disturbo circolatorio: in tal caso si evidenzia intorno alle caviglie un eczema di colore rosso – brunastro, il prurito diventa intenso e si formano delle ulcere della cute che stentano a guarire e che si possono facilmente infettare. Ma la situazione può ancora peggiorare: a volte, infatti, nella vena varicosa si verifica un’infiammazione che prende il nome di flebite. Le flebiti delle vene superficiali provocano gonfiore, arrossamento e calore nella zona circostante, accompagnate da un dolore che può anche essere molto intenso.
Se l’infiammazione invece, attacca una vena profonda allora possono essere guai molto seri, perché in questo caso potrebbero formarsi coaguli di sangue (i cosiddetti trombi) che tendono a occludere il vaso sanguigno: è lo stadio della tromboflebite. Talvolta qualche frammento di un trombo si stacca ed entra nella circolazione generale. Se sfortunatamente il frammento penetra nel circolo polmonare (o piccola circolazione) si potrebbe verificare quella che è la più grave complicanza delle varici, l’embolia polmonare che potrebbe avere conseguenze perfino mortali.
I fattori che predispongono alle varici sono molti:
- l’obesità;
- la gravidanza;
- la menopausa;
- lavori che costringono a stare tutto il giorno in piedi o a sollevare pesi;
- la stitichezza cronica;
- le abitudini di vita sedentarie;
- l’immobilità a letto per lunghi periodi;
- la prolungata posizione seduta con le gambe accavallate;
- le calzature inadatte (strette, con tacco troppo basso o alto);
- gli indumenti troppo stretti;
- il surriscaldamento delle gambe dovuto a prolungate esposizioni solari;
- le cerette a caldo che possono mettere a rischio il buon funzionamento delle vene.
In aggiunta a quanto già detto, anche l’ereditarietà ha un peso significativo.
- camminare per almeno 30 minuti al dì, per mantenere in funzione la “pompa” muscolare del polpaccio;
- sollevare le gambe per qualche minuto diverse volte al giorno;
- dormire con le gambe 10-15 cm più alte del cuore;
- evitare di stare a lungo fermi nella stessa posizione;
- praticare delle docce fredde di 15 secondi per gamba, un paio di volte al giorno, ma particolarmente d’estate, iniziando dai piedi e risalendo verso il polpaccio e la coscia;
- eliminare il sovrappeso;
- seguire un’alimentazione ricca di pesce, frutta e verdura fresca e povera di grassi, alcol e fritti;
- consumare mirtilli freschi è di notevole aiuto e sono consigliati anche gli agrumi, le ciliegie e le bietole crude.
- Le calze elastiche sono un valido ed efficace presidio terapeutico, a condizione che siano scelte e usate correttamente.
- La terapia farmacologica si avvale di sostanze protettive dei capillari (i flavonoidi) e di farmaci antinfiammatori e/o anticoagulanti, da assumere per uno o più cicli di cura.
- L’intervento chirurgico tradizionale consiste nello “stripping” (lo sfilamento) della grande safena, mediante una incisione a livello dell’inguine e una all’altezza della caviglia o, come si preferisce oggi, del ginocchio (il cosiddetto “stripping corto”).
- L’ablazione con radiofrequenza è un intervento chirurgico che, grazie all’energia a radiofrequenza, consente di riscaldare la parete delle vene varicose coinvolte nell’insufficienza venosa cronica. Mediante un piccolo taglio eseguito, generalmente, sopra il ginocchio si accede alla vena e con l’ausilio dell’ecografia, è possibile inserire un catetere nel vaso sanguigno coinvolto nella patologia. Dal catetere viene trasmessa energia a radiofrequenza che sottopone la vena al riscaldamento, che va a ledere le sue pareti chiudendola e bloccandola. A questo punto il sangue sarà naturalmente reindirizzato ad un circolo collaterale, scorrendo in una delle vene sane.
- Anche la laser terapia si avvale dell’ausilio di una guida ecografica e l’inserimento di un catetere in vena. Stavolta però è un raggio laser fatto passare attraverso il catetere, che rilascia l’energia necessaria per riscaldare la parete della vena varicosa responsabile dell’insufficienza venosa cronica fino ad occluderla. Di seguito e in maniera del tutto naturale, il sangue sarà reindirizzato a una delle vene sane attraverso un circolo collaterale.
Nei casi di varicosità iniziali, come alternativa allo “stripping“, è possibile intervenire con la “valvuloplastica safeno – femorale“, che consiste in un bendaggio di rinforzo della safena all’altezza dell’inguine.
Sempre nei casi di varicosità iniziali, un intervento terapeutico abbastanza diffuso sono le iniezioni sclerosanti, che causano la chiusura di interi tratti di vena superficiale compromessi, per escluderli dalla circolazione.
Se è vero che l’ablazione con la radiofrequenza e la laser terapia possono creare piccoli ma reversibili fastidiosi effetti collaterali quali ematomi, ustioni cutanee, formicolii alle gambe e lievi lesioni dei nervi, è pur vero che entrambi gli interventi producono risultati eccezionali nel trattamento dell’insufficienza venosa.
Per finire mi piace ricordare che: il tempo dedicato alla prevenzione non è mai “perso” ma solo ed esclusivamente “guadagnato”.
Gambe belle e sane anche in estate
Caldo: tempo di gambe pesanti e gonfie
Nel termometro la colonnina di mercurio sta cominciando la sua scalata, l’estate avanza a passo svelto, beata lei, mentre voi avete l’impressione che le vostre gambe siano diventate di piombo.
Problemi? No tranquille!
È tutta colpa del calore, che favorisce la stasi venosa.
La stasi venosa si avverte quando la circolazione sanguigna funziona più lentamente rispetto al normale, nel fluire dalla parte bassa delle gambe verso quella alta del corpo.
Cause responsabili della stasi venosa
Oltre al caldo, la percezione di avere le gambe gonfie e pesanti è generata da diversi fattori:
- la cellulite che provoca un ristagno dei liquidi, ostacolando il corretto flusso sanguigno e linfatico;
- l’indossare cinture, pantaloni, collant o intimo troppo attillati che comprimono le gambe e rallentano il micro-circolo locale;
- indossare troppo spesso scarpe con tacchi alti, porta ad avere gambe gonfie e pesanti;
- l’utilizzo della pillola anticoncezionale o di farmaci a base di ormoni che possono provocare ritenzione idrica;
- rimanere seduti per molto tempo con le gambe incrociate, perché in molti casi questa posizione favorisce la stasi venosa;
- trascorrere troppo tempo in piedi o seduti, senza muoversi, magari per motivi di lavoro, è un’altra cattiva abitudine che non aiuta il flusso venoso;
- il fumo che aumenta il rischio di insufficienza venosa;
- esporsi per lunghi periodi al sole o fare bagni molto caldi .
Le soluzioni
Durante la giornata bisogna bere molta acqua oppure sorseggiare una tisana per stimolare l’eliminazione dei liquidi.
Le tisane a base di Ippocastano (Castagno d’India) oltre che darci sollievo esercitano un’attività di riduzione della permeabilità dei capillari e un effetto antinfiammatorio, migliorando il drenaggio linfatico e aumentando la pressione venosa.
In alternativa potremmo preparare una tisana a base di Meliloto, dalle riconosciute proprietà drenanti, antiedema e antinfiammatorie. Le proprietà del Meliloto lo rendono indispensabile per il ripristino del ritorno venoso e della circolazione linfatica che sono tra le prime cause della stasi venosa e che rendono le gambe pesanti e gonfie.
Per migliorare l’azione di prevenzione e cura, vi suggeriamo di utilizzare un integratore alimentare quale il FLAVOPLUS compresse, un nutraceutico coadiuvante delle terapie indirizzate proprio a combattere le patologie da stasi venosa.
È utile, prima di partire per le vostre meritate vacanze, sottoporsi ad un ciclo di massaggi linfo-drenanti che grazie a manovre lente e profonde, specifiche di questa tecnica, aiutano ad eliminare i liquidi in eccesso e le tossine; attenuando anche gli inestetismi della cellulite.
E per continuare a godere dei benefici derivanti dai massaggi potete utilizzare un preparato ad uso cosmetico, come il TONOGEL Veinactiv da 200 ml. Un gel cosmetico ideale, con una texture fresca e leggera, altamente bilanciato nei suoi componenti, con i principi attivi di rusco, ippocastano, hamamelis, calendula, aloe e arnica.
Suggeriamo di applicare il prodotto dalla caviglia verso la coscia con movimenti circolari, fino al completo assorbimento del preparato. Dopo l’uso vi ricordiamo di riporre il flacone in frigo, perché il freddo ne amplifica l’effetto.
L’uso quotidiano poi, apporta un’immediato senso di benessere ed una persistente sensazione di freschezza alle gambe.
Consigli quotidiani
Nelle pause di lavoro, se possibile, vi suggeriamo di togliere le scarpe e di fare per qualche minuto, questo piccolo esercizio di stretching: flettere lentamente le caviglie verso il basso e verso l’alto per “risvegliare” le gambe.
La sera eseguire un pediluvio con acqua fredda e sale grosso per dare sollievo a formicolii e indolenzimenti, aggiungendo se possibile, due gocce di olio essenziale alla menta o al limone per rinfrescare.
A letto poi, bisogna cercare di tenere le gambe su di un cuscino, sollevate rispetto al resto del corpo, per facilitare il flusso della circolazione sanguigna verso l’alto.
Una utile prevenzione è quella di utilizzare delle scarpe con un tacco di tre o quattro cm, evitando sandali rasoterra o stiletti. Anzi, potrebbe essere utile acquistare un sottopiede con plantare sagomato da inserire nella scarpa, per beneficiare di un leggero massaggio mentre si cammina.
A tavola date libero sfogo a frutta e verdura, che sono fonte di vitamine e sali minerali, mentre è fondamentale limitare l’uso di insaccati, di formaggi stagionati e di altre pietanze ricche di sale, che sono causa di ritenzione idrica.
Un consiglio in più: i benefici del mare
per gambe belle e sane, dedicate ogni giorno 30 minuti allo sport, meglio se nelle ore più fresche e… vedrete che risultati!
Infine non restate immobili al sole, per ottenere quella fantastica tintarella che poi tutti in città vi invidieranno, Ricordate di rinfrescarvi spesso con uno spruzzino e non dimenticate mai di stendere il solare, per proteggere la pelle dal calore solare.
Vedrete che vi abbronzerete comunque e in più tutti ammireranno le vostre belle e sane gambe.
Che cos’è il termalismo?
Il termalismo è una pratica risalente al tempo dei Babilonesi che avevano individuato le proprietà terapeutiche dell’acqua termale sulle malattie, in particolare su quelle degli arti inferiori. Per i Romani le terme rappresentavano uno dei principali luoghi di ritrovo durante l’antica Roma a partire dal II secolo a.C. Questa pratica si è fortemente sviluppata in Europa in particolare tra il 17 e 19 secolo e nonostante la comprensione delle basi fisiologiche si sia avuta dopo il 20 secolo, queste pratiche erano indicate come trattamenti in molteplici processi patologici.
Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità «La medicina termale è una delle più antiche forme di terapia dell’Occidente e in tal senso è da considerarsi una medicina tradizionale».
Classificazione delle acque
Le acque vengono classificate in base a parametri generali come: colore, odore, sapore e limpidità, in base alle caratteristiche chimico-fisiche e alle virtù terapeutiche.
Le acque durate il percorso che le porta dal sottosuolo alla superficie si mineralizzano in base al tipo di roccia che attraversa acquistando quindi le caratteristiche chimiche e fisiche che le rendono attive dal punto di vista terapeutico. Ogni acqua ha quindi una azione generale attiva su tutto l’organismo, una locale sulla regione anatomica di applicazione, una specifica legata alla sua composizione chimica.
“Si definiscono minerali le acque naturali con proprietà chimiche e fisiche che le differenziano dalle acque destinate al consumo umano”.
La classificazione di Marotta-Sica(1993) ha diviso le acqua in base alla temperatura, al residuo fisso presente a 180°, e composizione chimica.
All’interno è possibile trovare disciolte sostanze solide come: cloruri, bromuri, ioduri, fluoruri, solfuri, solfati, carbonati, di sodio, potassio, litio, calcio, magnesio, bario, stronzio, ferro, manganese; composti arsenicali, acido borico, silice, acido cloridrico o composti gassosi come: anidride carbonica, acido solfidrico, azoto, elio ed altri gas nobili, idrocarburi, sostanze radioattive.
Quando uno ione è presente in quantità superiore a 20 meq/l dà il nome all’acqua. La presenza di diversi ioni prevalenti origina la classificazione di acque pluriioniche.
Le principali acque sono:
- Acque Salse o Cloruro-Sodiche: Vi è prevalenza di sodio e cloro (azione disimbibente sui tessuti edematosi);
- Acque Sulfuree: quantità di acido solfidrico >1mg/l (azione antinfiammatoria);
- Acque Arsenicali Ferruginose: ferro e arsenico in alte concentrazioni (azione tonica-stimolante);
- Acque Bicarbonate: sono le più diffuse e contengono bicarbonato di calcio (azione sulla contrattilità venosa);
- Acque Solfate: quantità di zolfo >200mg/l;
- Acque Carboniche: la quantità di anidride carbonica libera è molto più alta (>300cc/l) rispetto alle altre acque nelle quali questa è comunque presente (azione tonificante Tissutale);
- Acque Radioattive: Questa caratteristica fisica è legata alla presenza di Radon al loro interno, almeno 1nC di Radon/l (azione analgesica antispastica);
- Acque Salso-Bromiche: Sono acque di origine marina contenenti cloruro di sodio, iodio e Bromo.
Quando ricorrere al termalismo?
Sono indicate per tutte le patologie croniche del sistema venoso, dei linfatici e del sistema arterioso.
Sono particolarmente indicate nelle malattie otorinolaringoiatriche, (riniti allergiche, sinusiti recidivanti), respiratorie (bronchiti e broncopneumopatie), nelle malattie artro-reumatiche (artrosi e discopatie) e nelle malattie ginecologiche (sclerosi del connettivo pelvico cicatriziale o involutiva).
- Attività generale: Calore termale, vasodilatazione, effetto analgesico e antiinfiammatorio riduzione dello spasmo muscolare e della rigidità articolare;
- Galleggiamento: l’acqua causa una compressione estrinseca sugli arti inferiori migliorando il ritorno venoso e il drenaggio linfatico dell’arto;
- Immersione: a livello cutaneo e mucoso svolge una azione lenitiva e antinfiammatoria
- Alternanza caldo-freddo: l’utilizzo del metodo di Kneipp permette una attivazione della circolazione periferica mediata dallo sbalzo termico;
- Inalazioni e aerosol: azione antiinfiammatoria, mucolitica, decongestionante e battericida delle particelle che in forma di aerosol riescono a penetrare in profondità nell’albero bronchiale;
- Irrigazioni vaginali: sfrutta l’azione antiinfiammatoria, decongestionante e antisettica. Si utilizzando dai 2 ai 5 litri di acqua per seduta.
Ci sono controindicazioni?
L’uso delle acque termali è sconsigliato in pazienti con patologie cardiovascolari come infarti, ictus o ischemie critiche. I pazienti con trombosi venosa recente vanno valutati attentamente prima di indirizzarli a questi trattamenti. Anche in caso di Carcinomi o scompensi d’organo grave ne viene sconsigliato l’uso.
Dove trovare centri termali?
I Centri termali presenti nel nostro paese sono oltre 380 distribuiti in 20 Regioni e 170 Comuni.
Nel comune di Napoli è possibile rivolgersi alle Terme di Agnano (Agnano) dove sono presenti acque di tipo sulfureo-salso-bicarbonato-alcalino-terrose o alle Stufe di Nerone (Baia) con acqua ipertermale salso – bromo – iodica – solfato – alcalina – terrosa.
Per accedere a questi servizi è possibile sia privatamente che attraverso il SSN, nel secondo caso è necessaria la ricetta del medico curante indicante la patologia come da disposizioni del SSN, o pagando direttamente il ticket in sede.
Dieci consigli per la prevenzione delle varici degli arti inferiori
CAMMINARE
Il piede funziona un po’ come una spugna, o meglio, come una sorta di “cuore periferico“: un sistema capace di raccogliere il sangue venoso e di spremerlo lungo le vene delle gambe.
La deambulazione stimola, inoltre, la cosiddetta “pompa muscolare“: lo spostamento alternato del peso del corpo da un piede all’altro provoca vigorose contrazioni dei muscoli delle gambe, che spingono ulteriormente il sangue venoso verso il cuore.
Una camminata al giorno “toglie il flebologo di torno“: quotidianamente almeno un’ora a passo lungo e svelto.
ATTIVITÀ FISICA
La parola d’ordine della prevenzione delle varici degli arti inferiori è quella di combattere la vita sedentaria.
È consigliabile evitare lo stare a lungo seduti con le gambe piegate, o peggio, con le gambe accavallate. Se costretti in questa posizione è consigliato l’appoggio delle gambe su un piano più alto della sedia o della poltrona.
Il nuoto è sport d’elezione per i flebopatici.
Anche in gravidanza, quando possibile, è sempre particolarmente utile una bella nuotata, soprattutto in acqua fresca, al mare o in piscina.
Sono molti gli effetti benefici sulle gambe, prima fra tutti l’azione “massaggiante” dell’acqua che tonifica e favorisce lo svuotamento delle vene del superficiali.
Anche la temperatura dell’acqua, specie se fresca, favorisce la vasocostrizione, e quindi il tono venoso.
Infine la posizione orizzontale e i movimenti ritmici ed alternati, caratteristici del nuoto, promuovono una “dolce” attivazione delle pompe venose muscolari.
Altri sport da preferire sono tutti quelli che si basano sulla ginnastica “dolce“, come la marcia o un giro in bicicletta, attività comunque da non praticare a livello agonistico.
Meno consigliabili risultano gli sport “violenti” che si basano su contrazioni muscolari improvvise e scatti frequenti o, comunque, attività fisiche potenzialmente traumatiche per le gambe, come il calcio, lo sci, l’equitazione e il tennis.
SOVRAPPESO
La dieta mediterranea scorretta e spesso abbondante nel consumo di pane, pasta e altri farinacei può portare al sovrappeso. Bisogna poi evitare l’abuso di alcolici e combattere la stipsi.
Questa determina un aumento della stasi intestinale e quindi un incremento della pressione intra-addominale con conseguente peggioramento di varici ed emorroidi.
Ricorrere ai lassativi, a lungo andare, aggrava il problema; è consigliabile invece, una dieta ricca di fibre (frutta, verdura, pane integrale, crusca e soia). Le fibre vegetali, assorbendo una grande quantità di acqua, favoriscono la regolare funzionalità dell’intestino.
Anche la cellulite può dipendere da un’alimentazione errata. È importante evitare l’assunzione di insaccati, di cibi grassi, fritti e piccanti. È da preferire un’alimentazione ricca di frutta fresca come arance, limoni, pompelmi, ananas e kiwi, ricchi di vitamine, principi anti-infiammatori e diuretici.
MASSAGGI
I massaggi sono sicuramente consigliabili ma devono essere eseguiti con molta delicatezza e da personale esperto per evitare danni locali come ecchimosi (lividi), traumi diretti sulle pareti venose e la comparsa di nuovi capillari.
Particolarmente consigliabili sono gli auto-massaggi del piede e della gamba che possono essere comodamente eseguiti la sera prima di coricarsi; può essere attuata la seguente procedura:
- far precedere un pediluvio con erbe rilassanti;
- applicare a piedi e gambe un’emulsione emolliente;
- eseguire delle compressioni decise ma non dolorose con le dita a livello della pianta del piede;
- massaggiare delicatamente le dita del piede e comprimere gli spazi interdigitali;
- massaggiare il piede (dorso e pianta) con un movimento lineare dalle dita verso la gamba;
- massaggiare con movimento circolare a livello dei malleoli;
- massaggiare delicatamente le gambe con un movimento dal basso verso l’alto; in questo modo viene favorito il ritorno venoso e linfatico, si riduce l’edema e si ha un effetto rilassante.
IGIENE PERSONALE
Mantenere quanto più possibile la cute fresca, pulita ed idratata.
DORMIRE
In posizione distesa, soprattutto durante il sonno notturno, gli arti inferiori devono rimanere sollevati di almeno 8 cm. rispetto al torace; la soluzione più semplice è quella di mettere degli spessori sotto ai piedi del letto (un paio di grossi libri, due mattoni…).
Altra possibilità è quella di inserire tra la rete e il materasso particolari cuscini a sezione triangolare, reperibili in commercio.
In caso di letto matrimoniale, niente paura, la prevenzione si fa fare anche al coniuge (a meno che non sia cardiopatico).
Sconsigliato è l’uso di cuscini tradizionali sotto le gambe che, muovendosi, non offrono una superficie di appoggio stabile e uniforme. Appoggiando i piedi sul cuscino si rischia, infine, di lasciare il ginocchio “nel vuoto“, iperestendendo e “strozzando” la vena posteriore del ginocchio (vena poplitea) che provvede al ritorno del sangue venoso di tutta la gamba.
Durante i periodi di lunga immobilità a letto (gravidanza difficile, lunghe malattie, ospedalizzazione…) muovere ripetutamente gli arti inferiori soprattutto con movimenti di flesso-estensione dei piedi sulle gambe, facendo frequenti e profonde ispirazioni.
Molte persone, infine, sono abituate a guardare la televisione, addormentandosi davanti, appoggiando i piedi su uno sgabello. Anche in questo caso, se il ginocchio resta “nel vuoto“, si ha lo stiramento della vena poplitea. La riprova è che mettendo il piede a terra si ha subito un senso di sollievo.
ABBIGLIAMENTO
Evitare le pancere, i cinti erniari ed ogni tipo di compressione. Sono sconsigliate anche le giarrettiere e le calze autoreggenti che creano un ostacolo al ritorno venoso.
Preferire i collant o le calze con reggicalze alla vita.
CALZATURE
Un corretto appoggio della pianta del piede è fondamentale per il buon funzionamento della “pompa” venosa.
Le alterazioni della pianta del piede devono essere corrette con plantari adeguati; sono disponibili ora plantari sottili che hanno la caratteristica di poter stimolare punti specifici del piede in modo da indurre la contrazione di particolari fasci muscolari. È bene rivolgersi sempre allo specialista podologo o posturologo (specialisti del piede e della postura) per verificare il corretto appoggio plantare.
Evitare scarpe strette o a punta, quelle senza tacco o con tacchi
Per una migliore traspirazione del piede è preferibile una calzatura in cuoio, piuttosto che scarpe in tela o materiale sintetico. È bene evitare l’uso di stivali che comprimono o fanno sudare i piedi e le gambe.
VIAGGI
Evitare di rimanere immobili con le gambe piegate per lunghi periodi di tempo, in particolare durante la stagione calda; nel caso di lunghi viaggi è consigliabile fermarsi ogni due ore per una breve passeggiata. Durante i viaggi in treno tenere le gambe rialzate, se possibile, e alzarsi spesso per camminare.
VACANZE
Preferire climi freschi e secchi, come quelli di montagna.
D’estate bagnarsi le gambe con frequenti docce fredde.
Al mare evitare di esporre le gambe al sole soprattutto durante le ore calde. In barca o sulla spiaggia, bagnarsi continuamente le gambe, magari tenendo a portate di mano un secchiello di acqua di mare.
Vi proponiamo una serie di dieci esercizi: facili, sicuri ed efficaci.
L’esecuzione di questa serie vi farà provare un immediato sollievo alle gambe ed inoltre, tonificando la muscolatura, vi aiuterà a prevenire disturbi di circolazione agli arti inferiori.
Vi consigliamo di eseguire questi esercizi, scrupolosamente nell’ordine proposto, sia al mattino appena alzati (per un dolce-energico risveglio… delle gambe), sia la sera prima di andare a letto (con le gambe più “leggere” si dorme meglio), oppure ogni volta che vi sentite le gambe pesanti: prendetevi un quarto d’ora da dedicare a questi esercizi e poi… ripartite di slancio.
Attenzione! Prima di cominciare, fate vedere al vostro medico questo opuscolo, per assicurarvi che non vi siano controindicazioni.
Se siete stanchi, fermatevi e, se un esercizio vi dà fastidio, non fatelo.
Per fare questi esercizi, mettetevi a gambe nude e a piedi scalzi.
Se dovete mettere le calze elastiche, preparatele a portata di mano e indossatele subito dopo il quarto esercizio (senza abbassare le gambe!)
Gambe gonfie e pesanti, affrontiamo l’estate in 10 semplici mosse
L’estate è ormai alle porte, e con il caldo si accentuano i disturbi delle gambe, quella fastidiosa sensazione di pesantezza e stanchezza, che ci accompagna anche d’inverno si fa particolarmente sentire in questi mesi. Le gambe appaiono gonfie, dolenti, arrossate e calde soprattutto dopo una lunga giornata lavorativa trascorsa seduti o sempre in piedi. L’assenza di movimento associata al caldo fa infatti aumentare l’edema soprattutto nelle zone più declivi, piedi e caviglie. Fortunatamente ci sono molti semplici rimedi che permettono di migliorare la sintomatologia e affrontare con più serenità questi mesi di caldo.
Vediamoli insieme:
- Tanta acqua: bere almeno 2 litri di acqua al giorno per proteggere il nostro organismo dalla disidratazione, soprattutto quando in giro nelle ore più calde della giornata, ma soprattutto per permettergli di eliminare tutte le tossine in eccesso. Quando possibile, aggiungere all’acqua integratori drenanti come il Maxidren che massimizzano l’effetto depurante e combattono la ritenzione idrica;
- Idratazione della cute: La disidratazione influisce sia sul bilancio idrico del corpo sia sulla cute che tende a seccarsi e a screpolarsi, inoltre anche l’esposizione solare “lavorativa” la danneggia, per questo è bene applicare creme idratanti mattina e sera, meglio ancora se all’attività idratante si aggiunge anche una attività veno e capillaro tonica. Ci sono molte creme che presentano entrambe queste caratteristiche, come ad esempio il Tonogel che da un piacevole effetto rinfrescante;
- Movimento: Per aiutare lo scarico venoso e ridurre il gonfiore alle gambe è bene fare almeno 30 minuti di passeggiata al giorno. Fate attenzione alla temperatura, se uscite quando il sole è ancora alto portate sempre con voi una bottiglietta d’acqua e coprite la testa con un cappello;
- Alimentazione: Per combattere al meglio il caldo e la ritenzione idrica è bene impegnarsi in una alimentazione più ricca di frutta e verdura e limitare il più possibile cibi pesanti e ad alto contenuto calorico;
- Esercizi per le gambe: Nel tempo libero è bene effettuare piccoli esercizi che permettano di mettere il moto tutte le catene muscolari degli arti inferiori per sgonfiare le gambe e sentirle più leggere;
- Terme: il termalismo è un ottimo rimedio per la sintomatologia delle gambe gonfie. L’utilizzo del metodo Kneipp, con passaggi alternati in acqua calda e fredda, è un ottimo metodo per attivare il microcircolo e attenuare il gonfiore;
- Massaggi e pressoterapia: I massaggi sono un toccasana per ridurre la tensione muscolare, favorire il drenaggio linfatico e favorire la mobilità articolare soprattutto nelle donne anziane. Esiste però anche la pressoterapia che permette, attraverso l’uso di gambali pneumatici, di sgonfiare le gambe e favorire il linfodrenaggio. Questi macchinari ormai hanno prezzi estremamente contenuti e l’acquisto ne permette un uso giornaliero che migliora molto la sintomatologia degli arti inferiori;
- Pediluvi: Prima di andare a dormire immergere per 15-20min i piedi in acqua fredda e bicarbonato, è possibile aggiungere oli essenziali o sali per ammorbidire la pelle. Dopo averli asciugati idratarli abbondantemente con creme idratanti;
- Flavonoidi: i flavonoidi posseggono numerosi effetti benefici su tutto l’organismo. Esistono dei preparati studiati appositamente per dare sollievo alle gambe e combattere la ritenzione idrica. Il Flavotonic ad esempio agisce a più livelli, dal tono venoso al recupero muscolare grazie alla presenza di Diosmina e L-carnitina. Vanno assunti due volte al giorno possibilmente lontano dai pasti per massimizzarne l’assorbimento;
- Impacchi: Esistono numerose ricette per preparare degli impacchi da applicare sulle gambe. In particolare quelli con le foglie di tè sono particolarmente semplici da preparare. Infatti basta lasciare le foglie in infusione in acqua bollente per tutta la notte, la mattina successiva immergere delle garze di cotone e applicarle su caviglie e gambe per almeno 10-15 minuti.
Questi consigli aiutano ad affrontare al meglio l’estate, qualora non dovessero essere sufficienti è bene ricorrere al consiglio di un medico per indagare a fondo la causa e trattarla nel migliore modo possibile.
Manteniamo in forma le gambe
Trascorriamo ore seduti al volante, in autobus, in metropolitana, in ufficio, camminiamo poco, facciamo scarsa attività fisica. Ciò crea una serie di problemi alle nostre gambe: problemi di circolazione, problemi alle vene.
– E’ vero che circa la metà della popolazione soffre di malattia venosa agli arti inferiori?
I dati più recenti parlano di oltre il 50% della popolazione affetto da malattia venosa, dalla forma più lieve alle complicanze gravi; questo significa che ad ogni persona sana corrisponde una persona con malattia venosa. Responsabile di ciò è soprattutto il fattore familiarità (oltre l’ottanta per cento); altre cause sono la sedentarietà e l’obesità. L’aumento notevole di pazienti affetti da malattia venosa sembrerebbe, infatti, particolarmente legato all’alimentazione, alla scarsa attività fisica e all’aumento, riscontrato negli ultimi anni, alle temperature ambientali. La deambulazione – una bella camminata quotidiana – riduce drasticamente lo sviluppo della malattia venosa e può servire sicuramente a scongiurarne le complicanze. Camminare mette in moto un complesso sistema che favorisce il ritorno venoso ed è per questo motivo che sollecitiamo continuamente i nostri pazienti ad una costante attività fisica.
– Le donne sono più soggette degli uomini alla malattia venosa?
Le donne sono interessate al problema in una misura che è circa due volte maggiore rispetto agli uomini. L’influenza degli estrogeni e del progesterone gioca un ruolo molto importante nella genesi della malattia venosa tant’è che alcune forme come le teleangectasie, ovvero l’aumento delle dimensioni e del numero dei piccoli vasi sanguigni – i capillari – con successivo arrossamento della pelle soprattutto sul naso e sulle guance, sono caratteristica quasi esclusiva del sesso femminile. Anche la gravidanza rappresenta un momento ad alto rischio di malattia venosa proprio per lo scompaginamento creato dal torrente in piena degli ormoni.
– Professor Scaramuzzino, in che cosa consiste la malattia venosa e quali sono i suoi diversi aspetti?
Si va dalle banali teleangectasie che rappresentano più un problema estetico, alle forme complicate di tromboflebiti e trombosi venosa profonda, passando attraverso la malattia varicosa e terminando con la sindrome post flebitica e i suoi vari quadri ulcerativi.
– Quali sono i sintomi?
Edema, senso di pesantezza, prurito, gambe stanche, calore: questi sono i primi sintomi che con il tempo tendono ad accentuarsi e ad aggravarsi; inizialmente possiamo avere dei segni scarsi, dei piccoli rigonfiamenti o dei cordoncini verdastri poco significativi che con il tempo tendono ad aumentare; il soprappeso, la sedentarietà, le gravidanze aggravano queste condizioni iniziali e portano rapidamente ad un peggioramento dei segni e dei sintomi.
– Si può fare prevenzione? A quale età bisogna cominciare?
La prevenzione riduce significativamente la progressione della malattia venosa ed è per questo motivo che le istituzioni rappresentate dal Collegio Italiano di Flebologia si muovono da molti anni per stimolare sempre di più medici e pazienti verso una attiva prevenzione. Non c’è un’età precisa per iniziare la prevenzione: fin da bambini è opportuno controllare un eventuale soprappeso e la postura. La prevenzione dovrebbe essere più attenta quando è presente una familiarità per la malattia venosa o per le tromboflebiti. Negli ultimi anni sono stati individuati esami della coagulazione che possono avere un significato importante nella prevenzione delle tromboflebiti e degli incidenti vascolari ischemici cardiaci e cerebrali.
– Quando il problema si manifesta a quale specialista bisogna rivolgersi?
Lo specialista più indicato per la gestione della malattia venosa è attualmente il flebologo, una figura emersa nel corso degli ultimi vent’anni con una specifica esperienza in questo campo. Anche gli angiologi ed i chirurghi vascolari possono gestire eccellentemente la malattia venosa. E’ necessaria sempre una buona esperienza e una organizzazione di alto livello anche di tipo tecnologico.
– Qual è la terapia più adatta?
Non esiste la terapia più adatta: ciascuna forma può richiedere un trattamento diverso o più trattamenti diversi in tempi diversi. E’ ciò che succede, per esempio, quando sottoponiamo un paziente ad un intervento chirurgico e completiamo successivamente con il laser e la scleroterapia. Anche la terapia medica (flebotonici, integratori fitoterapici per le gambe, eparina, eccetera) svolge un ruolo chiave sia nella prevenzione della malattia venosa che nel trattamento delle complicanze.
– Professore, quando si deve intervenire chirurgicamente?
L’intervento chirurgico è riservato a casi particolari rappresentati dalle varici e dalle ulcere. Tale intervento può essere, oggi, di tipo conservativo: non vengono più asportate le vene malate, ma si corregge il sistema emodinamico per ridurre la pressione all’interno e quindi “sgonfiare” le vene stesse. Ovviamente non è sempre possibile utilizzare metodiche conservative; molte volte è ancora necessario asportare qualche tratto di vena. Da qualche anno anche il laser ci è di aiuto per risolvere la malattia varicosa; attraverso un minuscolo catetere introdotto nella vena in anestesia locale possiamo intervenire su una safena – che è una grossa vena superficiale – dilatata ed incontinente. Non esiste una tecnica migliore di un’altra: ottimi risultati si ottengono in flebologia attraverso l’integrazione delle metodiche.
– Quali sono le tecniche più recenti adatte a risolvere i problemi causati dalla malattia venosa?
Prima ancora di agire sulle vene è necessario migliorare la postura del paziente. Il ritorno del sangue venoso al cuore è garantito proprio da un complesso sistema di pompe che partono dal piede; se la postura è scorretta il ritorno venoso entrerà in crisi e la malattia venosa potrà peggiorare. Ecco perché la visita flebologica deve comprendere necessariamente e contemporaneamente un controllo posturale.
Oltre il 50% della popolazione italiana presenta i segni della malattia venosa dalla forma più lieve fino alle situazioni più complicate.
Edema, senso di peso alle gambe, teleangectasie, varicosità reticolari sono i primi segni di malattia che se trascurata può evolvere verso la malattia varicosa, la tromboflebite, le ulcere; la prevenzione rappresenta uno degli impegni principali del flebologo anche in considerazione del costo economico e sociale che rappresenta la malattia venosa con le sue complicanze.
20.000 morti l’anno in Italia per embolia polmonare, prima causa di morte in gravidanza; 6000 pazienti (quanti ne muoiono ogni anno per carcinoma mammario) potrebbero essere salvati attraverso una più incisiva prevenzione.
Dieci consigli per mantenere in forma le nostre gambe
1) CAMMINARE
La regola fondamentale per la buona salute delle gambe è quella di tenerle in movimento. Camminare, salire e scendere le scale, fare esercizi di flesso-estensione degli arti inferiori serve a tonificare i muscoli, mantenere solide le microstrutture ossee, stimolare l’apporto arterioso, e soprattutto, per favorire il ritorno del sangue verso il cuore.
2) SOVRAPPESO
L’obesità contribuisce alla comparsa ed al peggioramento delle varici, favorisce il gonfiore delle gambe, la sensazione di pesantezza agli arti inferiori e accentua i dolori artrosici del piede del ginocchio e dell’anca. E’ importante controllare l’apporto calorico, evitare cibi grassi, fritture ed insaccati.
3) IGIENE PERSONALE
Evitare i pediluvi e i bagni d’acqua calda, l’esposizione ravvicinata a qualsiasi fonte di calore come termosifoni, stufe, camini e borse d’acqua calda.
Evitare saune, bagni turchi, fanghi e sabbiature. Assolutamente sconsigliate le cerette a caldo!!
4) DORMIRE
In posizione distesa, soprattutto durante il sonno, gli arti inferiori devono rimanere sollevati di 7/8 cm. La soluzione più semplice è quella di mettere degli spessori sotto ai piedi del letto (un paio di grossi libri, due mattoni…).
Durante periodi di lunga immobilità a letto è consigliabile muovere ripetutamente gli arti inferiori, soprattutto con movimenti di flesso-estensione dei piedi sulle gambe, facendo profonde e frequenti ispirazioni.
5) ABBIGLIAMENTO
Indossare vestiti comodi, freschi e leggeri evitando i jeans “attillati”.
Evitare le panciere, i cinti erniarie ed ogni tipo di compressione. Sconsigliate sono anche le giarrettiere che possono creare un ostacolo al deflusso venoso.
6) CALZATURE
Un corretto appoggio della pianta del piede e’ fondamentale per il buon funzionamento della pompa venosa. In caso di piede piatto, ad esempio, l’appoggio può essere ottimizzato con un plantare adeguato; anche una scarpa comoda a pianta larga può influire positivamente sul ritorno venoso.
Evitare scarpe strette o a punta; e’ consigliabile un tacco di circa 4-5 cm. Meglio se a base larga e in cuoio per favorire la traspirazione.
Evitare l’uso di stivali che comprimono o fanno sudare piedi e gambe.
7) VIAGGI
Per i piccoli spostamenti è sempre meglio rinunciare alla comodità dei mezzi di trasporto.
Durante i viaggi in automobile accomodarsi sul sedile posteriore, allungando le gambe e cercando di scendere ogni paio di ore per una breve passeggiata.
Durante i viaggi in treno tenere le gambe rialzate e alzarsi spesso per camminare.
8) VACANZE
Preferire climi freschi e secchi come quelli di montagna.
D’estate bagnarsi le gambe con frequenti docce fredde.
Al mare evitare di esporre le gambe al sole soprattutto durante le ore calde.
Particolarmente consigliato è il camminare nell’acqua del mare con il corpo immerso fino al bacino.
9) ATTIVITÀ FISICA
La parola d’ordine della prevenzione delle varici degli arti inferiori è quella di combattere la vita sedentaria.
È sconsigliato, quindi, stare a lungo in piedi fermi.
Quando si svolge un’attività lavorativa che obbliga a stare a lungo in piedi nella stessa posizione è consigliabile utilizzare delle calze elastiche e sollevarsi spesso sulla punta dei piedi in modo da favorire il ritorno venoso.
Evitare di accavallare le gambe.
Il nuoto è lo sport di elezione per i flebopatici. Altri sport da scegliere sono tutti quelli che si basano sulla ginnastica dolce come la marcia o la bicicletta.
Sono sconsigliati gli sport che impegnano le gambe con violenza.
10) POSTURA
Una postura scorretta può causare non solo problemi alla schiena ma anche alle gambe contribuendo a peggiorare la stasi venosa.
Intervista pubblicata da GD Tecnologie Interdisciplinari Farmaceutiche
Salute delle gambe: come salvaguardarla dalle vene varicose
Per evitare l’insorgenza delle vene varicose, soprattutto in estate, è consigliabile fare dei semplici esercizi per salvaguardare la salute delle gambe. Vediamo insieme quali sono le cose da fare:
– camminare almeno mezz’ora al giorno: il movimento delle gambe durante la marcia riattiva il ritorno venoso, le gambe si gonfieranno di meno e le sentirete più leggere;
– è importante eseguire un controllo posturale e podologico, in quanto un cattivo appoggio plantare o una postura scorretta possono alterare il ritorno venoso con serie ripercussioni sia a livello delle vene – con la comparsa di vene varicose o altre malattie venose – sia determinando problemi di schiena o di ginocchio;
– se avete a cuore la salute delle gambe, dovete prestare particolare attenzione alla dieta: chi è in sovrappeso ha maggiori possibilità di soffrire per le vene varicose, quindi sì a verdura e frutta fresca, no a insaccati e fritture;
– bere almeno 2 litri di acqua al giorno, preferibilmente oligominerale, aiuta a liberarsi dai liquidi in eccesso; meglio evitare, invece, le bevande dolci e gassate;
– usare un abbigliamento che lasci traspirare le gambe ed evitare indumenti molto attillati come i jeans aderenti che possono creare un ostacolo al ritorno venoso o rendere difficile la traspirazione degli arti; entrambe condizioni che aumentano la possibilità di insorgenza delle vene varicose; molto meglio usare un abbigliamento che lasci traspirare le gambe;
– scarpe comode preferibilmente in cuoio e non in gomma, con un tacco a base larga e uno spessore di 3-4 cm, sono ottime per garantire il corretto sostegno al piede e il giusto ritorno venoso;
– nel caso di viaggi lunghi in auto, è importante sostare almeno ogni ora o due per distendere le gambe e camminare per alcuni minuti in modo da riattivare la circolazione;
– nel caso di viaggi lunghi superiori alle 8-10 ore, utilizzare delle calze elastiche adatte a combattere le vene varicose, e muoversi frequentemente;
– per la salute delle gambe, l’esposizione al sole deve essere graduale, non eccessiva, le gambe vanno protette con i filtri solari – in particolare nel corso delle prime esposizioni e, vanno bagnate continuamente in quanto l’evaporazione dell’acqua le raffredda riducendo così i danni delle alte temperature;
– un effetto particolarmente benefico può essere ottenuto utilizzando creme o gel tenuti in frigorifero ed applicati sulle gambe prima e dopo il mare;
– nuotare, camminare nell’acqua e fare uno dei tanti sport che si praticano d’estate in acqua, sono attività che riattivano la circolazione preservando la salute delle gambe;
– ad aerobica e step, meglio preferire una ginnastica leggera e a corpo libero;
– in caso di cellulite o di ipodermite delle gambe, si potrebbe ricorrere all’endermologie LPG, al drenaggio linfatico, o alla pressoterapia;
– quanto alla depilazione, meglio evitare le cerette a caldo che possono favorire la comparsa di capillari e dunque di vene varicose.
Avere cura della salute delle gambe non è poi così difficile e, il modo giusto per evitare capillari e vene varicose è prevenirle correggendo abitudini e atteggiamenti sbagliati.