Allarme vene? Il punto sulla situazione in Campania
“Le donne campane pensano di non trascurare le loro gambe e di essere sempre più attente alla prevenzione. Ma, come gli uomini, si preoccupano principalmente dell’aspetto estetico – parla il professore Lanfranco Scaramuzzino, Specialista in Chirurgia Vascolare a Napoli e Professore a contratto alla Scuola di Specializzazione dell’Università “Magna Graecia”-. È difficile convincerli a modificare lo stile di vita, cominciando dall’alimentazione e dalla sedentarietà e questo perché ritengono la malattia venosa solo un problema estetico di semplice risoluzione ignorando, invece, quanto serie e pericolose possano essere le complicanze”.
“Ritenere le malattie venose poco importanti – continua Lanfranco Scaramuzzino – se non addirittura solo “inestetismi”, è un grave errore da parte dei pazienti, così come interrompere le terapie. E per evitare questi errati comportamenti è importante che ben comprendano la serietà della situazione e quanto sia importante che le cure vengano effettuate in modo costante e continuato per evitare le complicanze. Le terapie farmacologiche sono efficaci, penso innanzitutto ai flavonoidi micronizzati, e in molti casi possono evitare al paziente di avere maggiori complicazioni e di dover ricorrere, infine, alle cure del chirurgo.
Quando parliamo di complicanze parliamo anche di tromboembolia polmonare che ogni anno provoca oltre 20.000 morti. Ci sono pazienti con situazioni venose gravi per i quali questi farmaci possono essere considerati addirittura dei salvavita. Si tratta, spesso, di pazienti anziani per i quali l’intervento chirurgico non sempre è possibile, e per i quali i costi della terapia sono davvero difficili da sostenere”.
Intervista pubblicata da Italia Salute