Per restare «in gamba»
«A volte per incoraggiare qualcuno si dice semplicemente “in gamba!”, stessa espressione che si usa per definire la personalità spigliata e risoluta di chi sa il fatto suo. Eppure, nonostante di donne e di uomini “in gamba” in giro ve ne siano tanti, ben pochi di loro fanno attenzione ai segnali importanti che arrivano dagli arti inferiori, dimostrandosi meno “svegli” del dovuto».
Gli aspetti più importanti della trombosi venosa
Con la chiarezza e la semplicità che da sempre lo contraddistinguono, il flebologo Lanfranco Scaramuzzino ci chiarisce alcuni degli aspetti più importanti di una patologia non molto conosciuta ma estremamente comune, la trombosi venosa. «L’importante —chiarisce subito—, è evitare allarmismi ma al tempo stesso fare della sana e utile. Basti pensare che la trombosi venosa è un problema che accomuna e affligge il 50 per cento della popolazione italiana, dalla forma più lieve a quella più grave, e causa circa 20mila decessi l’anno, un dato che è, purtroppo, sottostimato».
Ma quali sono le cause dell’insorgere delle vene varicose, malattia che non si declina solo al femminile? Al primo posto gli esperti mettono la vita sedentaria, seguita dall’obesità e dalle malattia cardiocircolatorie. Per Scaramuzzino «la prevenzione è la migliore arma di difesa. Se si interviene in tempo si riduce significativamente la progressione della malattia venosa ed è per questo motivo che le istituzioni rappresentate dal Collegio italiano di Flebologia si muovono da molti anni per stimolare sempre di più i medici di base e i loro pazienti a non sottovalutare i segnali che arrivano dal corpo».
Tra le cause, al primo posto, gli esperti mettono la vita sedentaria, seguita DALL’OBESITÀ e dalle malattie cardiocircolatorie.
Particolarmente colpiti dalla trombosi venosa sono gli anziani allettati. Ma una certa incidenza la si riscontra anche tra le partorienti. Addirittura questa è considerata dagli addetti ai lavori la prima causa di mortalità. Va detto comunque che non esistono categorie esenti dal rischio. «Trascorrere 7 o 8 ore seduti in spazi ristretti, come quelli dei sediolini di un aereo —prosegue il flebologo— noi la definiamo economy class syndrome, può creare problemi a persone sane, figurarsi a quelle predisposte. Devo poi aggiungere un dato: sono tante le signore che vengono da noi per un problema estetico e ci consentono di fare luce su situazioni più serie e si ritorna al punto di partenza, la prevenzione».
Pubblicato dal Corriere del Mezzogiorno