Piede: arco piatto o valgo
Arco piatto o valgo, come prevenire?
Fin dall’infanzia è importante la diagnosi
Come prevenire il piede piatto e il piede cavo?
Il piede piatto è uno dei difetti strutturali più diffusi e consiste nell’appiattimento dell’arco plantare, per cui l’intera pianta del piede poggia sul terreno. Le conseguenze sono l’ipotonia dei muscoli anteriori della gamba, i dolori alla schiena, al calcagno, in corrispondenza dell’arco plantare appiattito e le gambe affaticate.
Il piattismo può essere facilmente curato nell’infanzia. Dai 3 ai 6 anni la natura deve essere stimolata a fare il suo corso, ma può trarre grande giovamento dalla ginnastica correttiva come nel caso del piede piatto lasso infantile.
Passata questa età è opportuno intervenire con plantari rigidi, semi-rigidi e conchiglie personalizzate che consentono di ripristinare l’equilibrio delle articolazioni e la corretta deambulazione.
Il piede valgo è caratterizzato da un aumento della volta plantare, è spesso concomitante con le dita del piede in griffe, e con una forte tensione della muscolatura dei flessori plantari.
È quasi impossibile diagnosticarlo prima dei quattro anni a causa dell’eccessivo pannicolo adiposo che ricopre la pianta del piede del bambino.
Per evitare il cavismo è fondamentale il ruolo svolto dalla prevenzione: il tacco delle calzature deve essere eliminato o ridotto e vanno aumentati gli stimoli propriocettivi nei piedi dei bambini per raggiungere uno sviluppo armonico dei muscoli responsabili della posizione eretta e della deambulazione.
Le deformità del piede: si possono evitare e riabilitare
I medici biomeccanici di tutto il Mondo a Congresso a Napoli
- Come mai si forma un alluce valgo e da cosa nasce un dito a griffe o a martello?
- Si possono prevenire?
- E se già ne soffro posso evitare un loro peggioramento nel tempo?
A queste domande deve rispondere spesso il Dr. Di Stasio, noto podologo biomeccanico napoletano, impegnato nei mesi scorsi, come organizzatore del Congresso Mondiale di Podologia in programma a Napoli.
Le deformità del piede si possono prevenire?
Le deformità delle dita nascono da un problema di appoggio: sono il risultato di un piede piatto o di un piede cavo non curato, e dei compensi posturali che il nostro corpo va a ricercare.
Se si studia la biomeccanica dell’appoggio podalico e si correggono i deficit della deambulazione possiamo prevenire le deformità delle dita del piede o evitare che peggiorino.
Di questo argomento e di tanti altri si è parlato al Congresso Mondiale di Biomeccanica di Napoli che si è svolto al Palazzo dei Congressi dal 27 al 29 aprile 2018: insomma Napoli l’ombelico del Mondo della Podologia. Le tecnologie ed i test diagnostici oggi disponibili ci permettono di capire i problemi di appoggio e di dare terapie efficaci e semplici da usare.
I plantari oggi sono usati dalle modelle e dagli atleti, sono correttivi e piccoli, sottili e confortevoli, a 3/4 e non danno fastidio e risolvono i problemi di appoggio senza dover cambiare le scarpe.
I plantari funzionali correggono l’appoggio biomeccanico ed evitano i compensi che generano deformità all’avampiede e l’usura delle cartilagini. Il 90% delle persone anziane ultra settantenni ne soffrono: diffusissimi i problemi al piede ed alle unghie ed alle grandi articolazioni della gamba (ginocchia, anca).
Da recenti dati epidemiologici si evidenzia che anche i più giovani manifestano spesso problemi ai piedi ed alle gambe: il trattamento precoce delle patologie del piede riesce ad evitare problemi sovra-segmentali fino alla colonna vertebrale ed a ridurre o ad evitare anche problemi di carattere venoso. Lo ha ben spiegato il Dott. Lanfranco Scaramuzzino, componente del Comitato Scientifico del Congresso Mondiale.
Una realtà nella medicina preventiva e riabilitativa.
Varici e gravidanza
La gravidanza rappresenta un periodo ad alto rischio per le pazienti affette da malattia varicosa. Le modificazioni ormonali (aumento degli estrogeni e del progesterone) e l’aumento del volume uterino determinano una stasi venosa già dai primi giorni della gravidanza.
Possono comparire nel corso della gravidanza dilatazioni venose diffuse, sia in corrispondenza dei principali tronchi venosi, che in localizzazioni atipiche.
Tutte queste vene tendono a scomparire o a ridursi significativamente dopo il parto.
In gravidanza aumenta il rischio di una tromboflebite e pertanto è necessario:
- consultare il flebologo già nel primo trimestre;
- effettuare un accurato studio della circolazione venosa;
- effettuare tutti gli esami della coagulazione;
- ripetere i controlli ad ogni trimestre.
È importante indossare calze elastiche e in caso d’insufficienza venosa, assumere farmaci secondo la prescrizione dello specialista.
È sempre indicata una dieta ricca di fibre, verdure e frutta, mentre deve essere ridotto l’apporto di zuccheri e grassi.
È necessario mantenere costantemente una normale attività fisica, se non vi sono particolari controindicazioni da parte dello specialista ostetrico.
Dieta Mediterranea
Diciamocela tutta, in fatto di diete la forza di volontà non sempre è dalla nostra. Spesso tra noi e il cibo si crea un rapporto di tira e molla, che ci fa cadere in quello che solitamente viene definito “effetto yo-yo”.
Alcune diete, che vanno molto di moda, propongono giorni in cui si limita drasticamente l’apporto calorico (a un quarto della dose giornaliera o meno) e giorni di “festa”. Un regime alimentare diventato famoso per i presunti vantaggi nel vivere più a lungo. La notizia è che forse le cose non stanno proprio così, perché il digiuno intermittente, aumenta la “pancetta” e il rischio di diabete di tipo 2.
Queste sono le conclusioni di un nuovo studio presentato al Congresso Annuale della Società Europea di Endocrinologia tenutosi a Barcellona, uno studio che dimostra come questa popolare “dieta fast“, anche se può fa perdere peso, ha effetti dannosi sul metabolismo e aumenta la produzione di insulina.
In particolare, ad aumentare sono lo stress ossidativo e la produzione di radicali liberi, che accelerano il processo di invecchiamento e addirittura il danneggiamento del DNA. I ricercatori dell’Università di San Paolo in Brasile, guidati da Ana Cláudia Munhoz Bonassa, sono passati alla prova dei fatti.
La conclusione?
Meglio seguire un regime alimentare equilibrato, quale la Dieta Mediterranea, basato magari su un patrimonio inestimabile che ci è proprio, ma che scegliamo spesso di ignorare in favore di pasti da fast food e altro cibo spazzatura.
Insomma,
hashtag: #DietaMediterranea
La vitamina D: uno scudo contro il tumore al colon-retto
Che la vitamina D faccia bene lo si sa da tempo, ma ora si scopre addirittura che alti livelli nel sangue servono a proteggerci dal rischio di contrarre quella che in Italia è una delle forme più diffuse di cancro, vale a dire il tumore del colon-retto.
La conferma di questa importante funzione di “scudo protettivo” di una vitamina già nota per i suoi molti benefici per la salute è uno studio internazionale nato dalla collaborazione di ricercatori europei, americani e asiatici, pubblicato sul Journal of the National Cancer Institute.
Sabina Sieri, epidemiologa presso la Fondazione Irccs-Istituto Nazionale dei Tumori e co-autore dell’articolo spiega che «il rischio di sviluppare un tumore del colon-retto nel corso della vita è di una donna su 24 e di un uomo su 22; è la seconda causa di decessi attribuibili a tumore negli uomini e nelle donne». Della vitamina D è nota la capacità di difendere la salute delle ossa, ma i ricercatori hanno deciso di andare oltre e capire se i livelli che proteggono le ossa sono sufficienti anche per avere questo effetto “scudo” rispetto alle neoplasie del colon.
L’analisi è stata fatta su 5.700 casi di tumore del colon-retto e 7.100 casi controllo, appartenenti a 17 coorti e osservati per 5,5 anni. In questo arco di tempo, rispetto ai soggetti con concentrazioni di vitamina D circolanti ritenute adeguate per la salute dell’osso, quelli con concentrazioni sub-ottimali hanno presentato un rischio maggiore del 31% di sviluppare un tumore del colon-retto. Livelli superiori a quelli ritenuti adeguati per la salute dell’osso sono stati associati a un rischio inferiore del 27%. Dunque, conclude Sieri, i livelli «raccomandati per la salute delle ossa potrebbero essere inferiori a quelle che sarebbero ottimali per la prevenzione del tumore del colon-retto».
Voi, assumete le giuste quantità di questa e di altre importanti vitamine?
Disfunzione tiroidea: un piccolo segreto per prevenirla!
Fiacchezza, debolezza muscolare, nervosismo e irritabilità. Ma anche disturbi del sonno o fastidi intestinali, possono essere campanelli d’allarme di un problema divenuto ormai epidemico: la disfunzione tiroidea.
Ed incredibile quanto questa piccola ghiandola possa incidere sulla qualità di vita, non a caso il presidente della Società Italiana di Endocrinologia, Paolo Vitti (anche responsabile scientifico della Settimana mondiale della tiroide), dal 21 al 27 maggio, la definisce «la “centralina” che regola l’energia di tutto il nostro organismo».
Ma, come funziona questa “centralina”? Una cosa che non tutti sanno è che esiste un piccolo segreto per prevenire le malattie della tiroide: assumere iodio in quantità adeguate, visto che proprio lo iodio è il costituente essenziale degli ormoni tiroidei.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda, quindi, di usare sale iodato. In molti casi si possono usare anche integratori avere una carica supplementare di iodio. Il fabbisogno quotidiano stimato di iodio è di 150 microgrammi per gli adulti, 90 per i bambini fino a sei anni, 120 per i bambini in età scolare e 250 per le donne in gravidanza e durante l’allattamento.
Ciò che invece è assolutamente da evitare è il cosiddetto «screening indifferenziato», che alla fine non porta a nulla. In caso di disturbi il consiglio è sempre lo stesso: parlarne con il proprio medico per una visita specialistica.
Estate: come difenderci dai malori legati al gran caldo
Le temperature salgono e il rischio di malori aumenta
L’allarme dei medici riguarda tanto i grandi quanto i più piccoli, perché ormai il sole non è più quello di una volta. Al di là di ciò che è ovvio, vale a dire che bisognerebbe evitare di uscire nelle ore più calde, esistono alcuni piccoli consigli che possono tenerci al riparo e consentirci di affrontare al meglio il solleone. La prima regola è idratarsi. Ad esempio aggiungere succo di limone e menta fresca all’acqua serve a reintegrare i sali minerali.
Per rinfrescarsi (con l’effetto combinato di combattere al tempo stesso la cellulite), è utile un drink drenante all’anguria e menta: per 2 persone basta frullare 400 grammi di anguria, il succo di un limone, 5-6 foglioline di menta fresca e 200 ml di acqua. Poi, indumenti freschi. Meglio evitare abiti in fibre sintetiche, poliestere e nylon e prediligere abiti in cotone e lino, ma anche la viscosa, che lasciano traspirare meglio la pelle e non fanno aumentare la temperatura corporea.
Il miglior modo per proteggere la testa è quello di bagnare un cappello di cotone con la tesa rigida che deve essere indossato quando si fanno camminate sotto il sole o se ci si espone in spiaggia. Regola numero tre: mangiare poco e spesso. È bene non abbuffarsi perché la digestione diventa impegnativa e quindi richiama più sangue all’interno dell’apparato digerente privandone gli altri organi.
Per i più piccoli, infine, evitare di esporli al sole e fargli praticare attività fisica o sportiva nelle ore più calde. Bisogna invece bagnargli spesso la testa e rinfrescare tutto il corpo, senza dimenticare di aumentare l’apporto di acqua per reintegrare i liquidi persi con la sudorazione. E a tavola, tanta frutta e verdura.
Le uova? Nessun problema per il colesterolo
Le uova? Non sono un problema per il colesterolo
Niente paura, non è una fake news, bensì il risultato di uno studio pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition, tra le più accreditate riviste scientifiche del settore. Sacrificate sull’altare della salute per decenni, le uova sono state per così dire “riabilitate” grazie ad uno studio realizzato dai ricercatori dell’Università di Sydney (Australia).
Lo studio ha paragonato una dieta ricca di uova con una priva o quasi, indagando i rispettivi effetti sulla salute. I risultati? Sorprendenti. La prima dieta, ricca di uova, non è meno salutare della seconda. Addirittura, gli autori dello studio sono arrivati alla conclusione che non esiste alcuna ragione per eliminare le uova dai menù delle persone con un diabete di tipo 2 o con un pre-diabete, più esposte al rischio di malattie cardiovascolari perché i loro livelli di colesterolo “cattivo”, Ldl, sono generalmente più alti della norma. I ricercatori dell’Università di Sydney arrivano ad ipotizzare un consumo di 12 uova a settimana, quantità che francamente sembra eccessiva. L’opzione migliore è il buon senso, stavolta con la consapevolezza di poter scegliere anche le uova senza per questo dover affrontare sensi di colpa.
E voi, siete pronti a “riabilitare” le uova nella vostra dieta?
Gambe sane
Avere gambe sane aiuta a mantenere in forma anche il cervello. Il paradigma potrebbe sembrare azzardato, ma non lo è. Non è infatti la solita bufala da social network, bensì il frutto di uno studio pubblicato sulla rivista Frontiers in Neuroscience dal gruppo di Raffaella Adami dell’Università di Milano.
Ma cosa lega le gambe alle capacità cognitive?
La risposta è nelle “cellule staminali neurali”, fondamentali per la salute del cervello. Il gruppo dell’università di Milano ha scoperto infatti che camminare, fare esercizi con le gambe, stimola la formazione di nuove cellule nervose. Dopo soli 28 giorni di immobilismo si manifestano i primi effetti negativi, basti pensare che in un tempo così breve si è notata una riduzione delle staminali neurali del 70%.
Questo lavoro potrebbe aprire le porte a trattamenti preventivi, anche farmacologici, per le persone che hanno problemi a muoversi o sono costrette a letto. Per tutti gli altri, l’imperativo è uno e uno solo: muoversi. Una passeggiata veloce, anche 30 o 40 minuti al giorno, può aiutare molto.
Meglio consultare uno specialista se ci sono problemi specifici, ad esempio di appoggio del piede. Migliorare l’appoggio può significare ridurre anche del 40% eventuali problemi vascolari, perché il piede e la muscolatura del polpaccio funzionano come una pompa per le vene e per il sistema linfatico. L’esperimento da fare è semplice, basta guardare i tacchi delle scarpe. Sono consumati in maniera omogenea?
Gambe belle e sane anche in estate
Caldo: tempo di gambe pesanti e gonfie
Nel termometro la colonnina di mercurio sta cominciando la sua scalata, l’estate avanza a passo svelto, beata lei, mentre voi avete l’impressione che le vostre gambe siano diventate di piombo.
Problemi? No tranquille!
È tutta colpa del calore, che favorisce la stasi venosa.
La stasi venosa si avverte quando la circolazione sanguigna funziona più lentamente rispetto al normale, nel fluire dalla parte bassa delle gambe verso quella alta del corpo.
Cause responsabili della stasi venosa
Oltre al caldo, la percezione di avere le gambe gonfie e pesanti è generata da diversi fattori:
- la cellulite che provoca un ristagno dei liquidi, ostacolando il corretto flusso sanguigno e linfatico;
- l’indossare cinture, pantaloni, collant o intimo troppo attillati che comprimono le gambe e rallentano il micro-circolo locale;
- indossare troppo spesso scarpe con tacchi alti, porta ad avere gambe gonfie e pesanti;
- l’utilizzo della pillola anticoncezionale o di farmaci a base di ormoni che possono provocare ritenzione idrica;
- rimanere seduti per molto tempo con le gambe incrociate, perché in molti casi questa posizione favorisce la stasi venosa;
- trascorrere troppo tempo in piedi o seduti, senza muoversi, magari per motivi di lavoro, è un’altra cattiva abitudine che non aiuta il flusso venoso;
- il fumo che aumenta il rischio di insufficienza venosa;
- esporsi per lunghi periodi al sole o fare bagni molto caldi .
Le soluzioni
Durante la giornata bisogna bere molta acqua oppure sorseggiare una tisana per stimolare l’eliminazione dei liquidi.
Le tisane a base di Ippocastano (Castagno d’India) oltre che darci sollievo esercitano un’attività di riduzione della permeabilità dei capillari e un effetto antinfiammatorio, migliorando il drenaggio linfatico e aumentando la pressione venosa.
In alternativa potremmo preparare una tisana a base di Meliloto, dalle riconosciute proprietà drenanti, antiedema e antinfiammatorie. Le proprietà del Meliloto lo rendono indispensabile per il ripristino del ritorno venoso e della circolazione linfatica che sono tra le prime cause della stasi venosa e che rendono le gambe pesanti e gonfie.
Per migliorare l’azione di prevenzione e cura, vi suggeriamo di utilizzare un integratore alimentare quale il FLAVOPLUS compresse, un nutraceutico coadiuvante delle terapie indirizzate proprio a combattere le patologie da stasi venosa.
È utile, prima di partire per le vostre meritate vacanze, sottoporsi ad un ciclo di massaggi linfo-drenanti che grazie a manovre lente e profonde, specifiche di questa tecnica, aiutano ad eliminare i liquidi in eccesso e le tossine; attenuando anche gli inestetismi della cellulite.
E per continuare a godere dei benefici derivanti dai massaggi potete utilizzare un preparato ad uso cosmetico, come il TONOGEL Veinactiv da 200 ml. Un gel cosmetico ideale, con una texture fresca e leggera, altamente bilanciato nei suoi componenti, con i principi attivi di rusco, ippocastano, hamamelis, calendula, aloe e arnica.
Suggeriamo di applicare il prodotto dalla caviglia verso la coscia con movimenti circolari, fino al completo assorbimento del preparato. Dopo l’uso vi ricordiamo di riporre il flacone in frigo, perché il freddo ne amplifica l’effetto.
L’uso quotidiano poi, apporta un’immediato senso di benessere ed una persistente sensazione di freschezza alle gambe.
Consigli quotidiani
Nelle pause di lavoro, se possibile, vi suggeriamo di togliere le scarpe e di fare per qualche minuto, questo piccolo esercizio di stretching: flettere lentamente le caviglie verso il basso e verso l’alto per “risvegliare” le gambe.
La sera eseguire un pediluvio con acqua fredda e sale grosso per dare sollievo a formicolii e indolenzimenti, aggiungendo se possibile, due gocce di olio essenziale alla menta o al limone per rinfrescare.
A letto poi, bisogna cercare di tenere le gambe su di un cuscino, sollevate rispetto al resto del corpo, per facilitare il flusso della circolazione sanguigna verso l’alto.
Una utile prevenzione è quella di utilizzare delle scarpe con un tacco di tre o quattro cm, evitando sandali rasoterra o stiletti. Anzi, potrebbe essere utile acquistare un sottopiede con plantare sagomato da inserire nella scarpa, per beneficiare di un leggero massaggio mentre si cammina.
A tavola date libero sfogo a frutta e verdura, che sono fonte di vitamine e sali minerali, mentre è fondamentale limitare l’uso di insaccati, di formaggi stagionati e di altre pietanze ricche di sale, che sono causa di ritenzione idrica.
Un consiglio in più: i benefici del mare
per gambe belle e sane, dedicate ogni giorno 30 minuti allo sport, meglio se nelle ore più fresche e… vedrete che risultati!
Infine non restate immobili al sole, per ottenere quella fantastica tintarella che poi tutti in città vi invidieranno, Ricordate di rinfrescarvi spesso con uno spruzzino e non dimenticate mai di stendere il solare, per proteggere la pelle dal calore solare.
Vedrete che vi abbronzerete comunque e in più tutti ammireranno le vostre belle e sane gambe.